lunedì 26 aprile 2010

R.D. jr.

Robert Downey Junior spegne la pipa di Sherlock Holmes e nei panni del geniale inventore d'armi e playboy Tony Stark diventa la maschera letale di "Iron Man" nel seguito del film di Jon Fabreau di due anni fa. "Iron Man 2" punta sulla commedia, su uno studio caratteriale e spiritoso del protagonista alle prese con le due donne della sua vita: Gwyneth Paltrow sempre innamorata e che lui nomina amministratore della compagnia, e una sexy quanto ambigua Scarlett Johansson. A rovinare il trionfo narcisistico di Tony Stark interviene un ex galeotto russo genio della scienza (interpretato con un poco probabile accento russo da Mickey Rourke) che sta cercando di costruire un'altra maschera di ferro ancora più potente di quella di Stark.
Dato che Downey Jr. ha già firmato il contratto per "Iron Man 3", non è difficile immaginare chi vincerà nella finale gigantomachia fra le due macchine. Ne abbiamo parlato a Los Angeles con il 45 enne attore americano, in grande forma, pizzetto, giacca da smoking di un amico stilista. "Sono in un buon momento della mia vita", riconosce, "felice di aver avuto la fortuna di avere queste opportunità che tanti non hanno".

Al contrario di giovani come Spiderman o Superman, Tony Stark è stato definito il supereroe pensante. E' d'accordo?
"Basta pensare un minimo per diventare il supereroe pensante. E poi il film vede Tony Stark già adulto, non lo vede nelle sue fasi di crescita".

Il primo Iron Man ha degli elementi comici ma questo secondo è tutto comico. Una decisione consapevole?
"Consapevole o no, questa volta c'era molta più pressione su di noi, quindi abbiamo cercato sempre il lato buffo. La prima volta mi sono un po' annoiato e cercavo di divertirmi creando una versione di Tony Stark molto più figa di me. Questa volta invece ero più me stesso, ho sentito di dover dare al pubblico un Tony Stark più simile a me".

Lei è già impegnato per altri due film per la Marvel, "Avengers" e "Iron Man 3".
"Vero, e sono il primo a stupirmene: penso che sia sempre incredibile che al giorno d'oggi un film venga fatto in modo corretto, con tutti i palloni gonfiati che girano in quest'industria, è un miracolo che i film non facciano tutti schifo".

Come sceglie i suoi film allora?
"Penso di essere abbastanza intelligente, sono stato in tanti film brutti, con tanti registi che non sapevano quello che stavano facendo, mi considero un esperto su come non fare un brutto film. Non vorrei augurare a nessun nemico i casini che ho dovuto attraversare per via dei film orribili in cui ho recitato in tutta la mia carriera".

In quegli anni difficili immaginava che sarebbe stato la star di due produzioni così grosse?
"Evidentemente si, anche se non era la mia idea, è stata una progressione logica. Sono fortunato peché ho avuto sette vite come i gatti: ora ho 45 anni, ho una buona carriera, ho una bella moglie, e nessuno scappa via quando mi vede".

Si tiene ancora sotto controllo come anni fa per non ricadere nella droga o nell'alcool?
"Sì, ma non in modo così irreggimentato. Non sono più un ragazzino, sento la mia età, sento i miei limiti. Dall'anno in cui sono nato, il 1965, l'orologio ha cominciato a girare, e non c'è niente da fare. Anche quando facevo "Sherlock Holmes" pensavo di non riuscire ad avere più resistenza e guarda ora che faccio? "Sherlock Holmes 2"! Sono un po' strapazzato ma uno strapazzato di 45 anni ben conservato".

Come sceglie il suo guardaroba?
"Mi diverto con i vestiti, quando avevo 22 anni e ho guadagnato i miei primi 1000 dollari li ho spesi subito in una giacca Gautier e due minuti dopo ero di nuovo al verde. Durante la promozione di "Iron Man" mi cambiavo ogni cinque minuti ed ero esausto. Mi sono detto, che sto facendo? E' tutto esagerato! Sono un padre di 43 anni, basta... quindi ora decido io senza strafare".

Ha visto paralleli con Mickey Rourke e il passato che entrambi avete avuto? In fondo siete entrambi risorti dalle ceneri.
"E' interessnte la metafora della Fenice, ma penso sia una cosa che succede a tanta gente. Nel caso di Mickey non ho pensato tanto al suo passato, quello che ho recepito da lui è che è un uomo molto sensibile e dotato, che fa il lavoro che ama".

Il suo attore preferito?
"Io!" .

di Silvia Bizio; la Repubblica

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