giovedì 5 agosto 2010

Buone vacanze

La fila è andata in crisi. Una volta in Italia era più sopportabile: trovavi sempre qualcuno con cui scambiare due parole. Ora abbiamo perso la pazienza di colloquiare. Non si comunica più neanche con genitori e amici. Invece, non dico alla posta, ma almeno a teatro o al cinema, ci si potrebbe provare. Ora chiunque tenti viene considerato uno scocciatore. Eppure bisogna ricominciare a chiacchierare. E se l’interlocutore non ci considera, domandiamogli: «Scusi, perché lei non risponde?». Che è già l’inizio di una conversazione. O di uno scontro. C’era uno sketch d’avanspettacolo: «Scusi, sa l’ora?». «Sì». E finiva così.

Di file ne ho fatte tante. Da povero emigrante a Milano nel 1954, mentre aspettavo alla stazione, iniziai a parlare con un signore. Mi suggerì di farmi ricoverare per togliere le tonsille. Passai la notte al caldo e mi sfamai, ma il medico mi scoprì. Così seguii la lezione contadina di mio padre Riccardo: «Quando sei nei guai, di' la verità». Il medico si mise a piangere e, guardando la suora, disse: «Lui rimane una settimana in osservazione, due pasti al giorno completi».

di Lino Banfi; LA STAMPA

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