sabato 30 aprile 2011

Buon (concerto del) Primo Maggio

La musica, si sa, non fa la rivoluzione: e almeno per ora non l'ha mai fatta. Però, sembra esserci più politica dentro le canzoni della nuova musica italiana dell'impegno senza ideologia e della protesta senza retorica o prosopopea, piuttosto che nei discorsi parlamentari o nelle dichiarazioni giornalistiche degli attempati leader della sinistra incanutita, reciprocamente gelosi e impegnati a combattersi in una guerra intestina il cui vincitore è sempre lo stesso: il Cavalier Berlusconi. Molto più di loro, almeno per le giovani generazioni, sono i Subsonica, Daniele Silvestri, Jovanotti, Caparezza - il quale per esempio ha inventato la categoria del "qualcunismo" ovvero il neo-qualunquismo di quelli che a tutti i costi vogliono essere o diventare qualcuno - a spargere idee che costruiscono un senso comune, a dire cose semplici e che riescono ad essere percepite più del bla bla da talk show o dei discosi autoreferenziali da ceto politico. Domani, al concerto del Primo Maggio, sul palco saliranno molti di questi campioni della neo-sinistra possibile che neppure più sinistra andrebbe chiamata ma Giuseppe o Mafalda o XXY o ognuno la chiami come vuole: basta che sia capace di essere e di esserci. «Libera l'Italia subito dal prodotto interno lurido», cantano i Subsonica. E Daniele Silvestri, nel suo nuovo disco che parla di precari e di altre tristezze: «Se grandezza c'è in questo Paese, non si riesce più a vedere». Ma se appizzi l'orecchio, qualche piccolo brivido di speranza lo percepisci. O forse è soltanto un'illusione melodica, o un elettronico abbaglio.

di Mario Ajello; Il Messaggero

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