Ci avete fatto caso, quanti idioti passeggiano per le nostre strade: troppo lenti, sbadati, gli occhi incollati allo schermo del telefonino, la testa altrove mentre ascoltano musica dagli auricolari? Attenzione però: se evocare questi comportamenti vi riaccende ricordi esasperanti e collere represse, potreste essere affetti dalla Sindrome dell'Aggressività Pedonale. Per molti decenni gli psicologi americani hanno studiato un fenomeno analogo tra gli automobilisti. Essere chiusi nell'abitacolo in mezzo a un ingorgo, può trasformare in mostri persone altrimenti normali. La "road rage", letteralmente rabbia stradale, miete vittime ogni anno e ha fatto nascere i corsi di "anger management" o controllo della collera. Ora sta accadendo lo stesso tra i pedoni.
La "rabbia da marciapiede" dilaga. Un po' è colpa dei nuovi gadget elettronici che monopolizzano la nostra attenzione anche nei momenti più inadatti. Così come i guidatori distratti dal telefonino provocano stragi, anche i pedoni sono sempre più spesso coinvolti in incidenti perché guardano altrove. Ma gli esperti del Department of City Planning di New York hanno individuato anche altre cause. Nelle metropoli sempre più multietniche convivono dei "codici culturali di buona educazione" troppo diversi tra loro: il comportamento "civile" che io pretendo dagli altri pedoni non è necessariamente quello che loro si aspettano da me. Infine pesano fattori demografici o sanitari: aumentano gli anziani, e gli obesi. Tutte categorie che camminano più lentamente. Lo stesso ufficio della pianificazione urbana di New York ha misurato su un campione di 8.978 pedoni sui marciapiedi di Manhattan le diverse velocità di crociera. Si va da un massimo di 1,35 metri al secondo per chi sta raggiungendo il luogo di lavoro (con punte di 1,40 per chi lo fa ascoltando musica: sarà il ritmo che galvanizza) fino al minimo degli anziani la cui falcata in media vale 1,11 metri al secondo. I turisti sono penultimi per lentezza, a parità con i sovrappeso.
Velocità così disparate creano le premesse di un conflitto permanente: chi ha fretta deve dribblare chi passeggia a zonzo, e anticipare i comportamenti più erratici per evitare lo scontro. In una metropoli intasata di folle camminanti come Manhattan, è nato perfino un club di pedoni ultra-veloci raggruppati su Facebook sotto il titolo "Segretamente Vorrei Prendere a Pugni sulla Nuca Quelli che Camminano Piano". Ma c'è poco da ridere: l'insofferenza da marciapiede sta moltiplicando episodi che gli psichiatri chiamano "patologia dell'accesso di collera intermittente". La violenza è dietro l'angolo. O comunque si rischia di aggiungere stress allo stress, se il marciapiedi diventa un luogo dove si accumulano piccoli sgrabi, sorde ostilità, rancori verso l'altro.
Il serissimo Wall Street Journal lancia l'allarme con un'inchiesta dal titolo evocativo: "Togliti di mezzo, pezzo di m...". Cita lo psicologo Jerry Deffenbacher, docente alla Colorado State University, secondo il quale "è urgente capire i fattori scatenanti della rabbia, e aiutare a padroneggiarli". Un altro psicologo, Leon James dell'università delle Hawaii, ammette di essere diventato un esperto della materia in quanto "pentito". Abitando a Honolulu, una città perennemente invasa dai turisti, James subìva una tortura simile a quella dei veneziani che debbono dribblare la marea dei turisti per non arrivare in ritardo ad ogni appuntamento. "Percepivo i marciapiedi come una mia proprietà, avanzavo come un carrarmato e peggio per chi mi bloccava il passaggio", ricorda James. Dopo aver domato il male, oggi è lui ad avere definito i quindici sintomi della Sindrome dell'Aggressività Pedonale: un elenco di piccoli gesti ostili come tagliare la strada o strisciare senza chiedere scusa, che devono far suonare un campanello d'allarme. Curarsi è essenziale "perché la collera è causa d'ipertensione e malattie cardiache". Tanti piccoli trucchi possono aiutare: per esempio "allargare lo sguardo come un grandangolare, abbracciare l'orizzonte, per studiare in anticipo e con calma le strategie di sorpasso dei più lenti". Bei tempi lontani, quando in Giappone s'insegnava addirittura a scuola come inclinare nei giorni di pioggia l'ombrello per far cadere le gocce in senso opposto ai passanti, o il galateo dei nostri nonni comandava di cedere sempre alle signore la parte interna e più sicura del marciapiedi.
di Federico Rampini; la Repubblica
Nessun commento:
Posta un commento