martedì 15 febbraio 2011

Sì no però dipende

Sei favorevole a che un single possa adottare un bambino, come auspicato dalla Cassazione? Risponderò con la consueta chiarezza: sì no però dipende. Sono stato cresciuto da un genitore solo, maschio per giunta, ma a partire dai nove anni: prima avevo ancora la mamma ed è nel periodo dello svezzamento, asseriscono gli psicologi, che la presenza di entrambi ha un ruolo cruciale. Se fossi nato ieri, non mi farebbe impazzire l’idea di un genitore unico, che fra l’altro non vedrei quasi mai perché sarebbe costretto a lavorare dal mattino alla sera per mantenermi (come le coppie, peraltro, in virtù del poco part-time e dei bassi stipendi). Se però l’alternativa fossero l’orfanotrofio o la strada, sarei felicissimo di finire fra le braccia di un single, alleviando la mia e la sua solitudine.

È ovvio che il mio aspirante mono-genitore dovrebbe partire dal fondo della lista d’attesa, dentro la quale si macerano da tempo immemorabile tantissime coppie. E i filtri che subordinano la mia assegnazione alle sue cure dovrebbero essere più selettivi, ben sapendo che rimarrebbe comunque una percentuale di rischio, perché neppure un congresso di assistenti sociali potrà mai misurare con certezza la sua predisposizione ad amarmi. Come sempre in materia di diritti civili, non si tratta di stabilire un obbligo, ma di togliere un divieto. Non di concedere un privilegio, ma di offrire una possibilità. In un mondo dove la scienza, più rapida e classista della legge, consente già a un single che ne abbia i mezzi economici di fabbricarsi il suo pupo su misura.

di Massimo Gramellini; LA STAMPA

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