giovedì 24 giugno 2010

Corsi e ricorsi

E' uno scontro da libri del Novecento. Le guerre, Londra e Berlino rase al suolo dalle bombe. Poi pace o qualcosa di simile. La Germania sconfitta è più lesta dei vincitori a risistemare la propria economia. In Inghilterra sono anni duri. Gli inglesi scoprono l'incomunicabilità fra i ceti. Scatta l'immigrazione massiccia perché c'è bisogno di manodopera. Nel cinema e nel teatro gli "angry young men" descrivono un mondo paralizzato interiormente. La Germania riprenderà il tema una ventina d'anni dopo con Wenders. Il primo segnale di un'Europa più (stra)paese, dove viaggiare e sentirsi a casa lontano da casa non erano più delle chimere, lo lanciano i Beatles che si fanno le ossa ad Amburgo. Poi arrivano Bobby Moore e Uwe Seeler. Inghilterra-Germania è come Italia-Brasile. E' una partita di cui il mondo del calcio, non soltanto le nazioni coinvolte, sente il bisogno. Ogni tanto Inghilterra-Germania si deve giocare.

IL PASSATO
Evitare di parlare di Inghilterra-Germania con Southgate. E' una foto leggendaria, quella del suo visto attonito, con gli occhi che guardano fisso un punto che non esiste, sospeso fra la gente di Wembley e il fallimento: "Bewteen nowhere and the goodbye". Fra il nulla e l'addio. Southgate sbagliò il rigore che tolse all'Inghilterra la finale degli Europei '96. L'avrebbe giocata in casa contro la Repubblica Ceca di Nedved. E forse l'avrebbe vinta come la vinsero i tedeschi spinti da Bierhoff. Una delle tante sfide andate di traverso a una delle due parti. Una delle tante rivincite della finale mondiale di Wembley del '66, il primo mondiale ad avere una mascotte (il leone Willie) e l'ultimo ad essere trasmesso in bianco e nero: la partita degli uomini del West Ham (Moore, Peters, Hurst) e del primo gol fantasma della storia del calcio. Ricordate? Nel primo tempo segna Haller, pareggia Hurst, nel secondo raddoppia Peters e quando lo stadio ha già cominciato a intonare "Rule Britannia", a pochi secondi dalla fine, Weber sfrutta una papera di Banks e manda un'intera nazione ai supplementari. Poco prima quella specie di Woody Allen che era Nobby Stiles, il cattivo del centrocampo inglese, per poco non prendeva a pugni l'arbitro, lo svizzero Dienst. Dei due gol di Hurst che chiudono il match il primo è il "fantasma di Wembley", palla che sbatte sotto la traversa e rimbalza a terra (fuori). L'arbitro non sa che pesci pigliare. Ha tutto contro. Per condizionarlo gli inglesi si abbracciano e i tedeschi lo accerchiano. A toglierlo dall'imbarazzo provvede pensa un baffuto segnalinee l'azero, Tofik Bakhramov che più paura che per convinzione si mette a correre verso il centro del campo.

Il 4-2 arriva al 120'. Si racconta sempre volentieri, è un romanzo di mezzora, come Italia-Germania, e le sue pagine fatte di fotogrammi sfuocati vi aspettano su youtube. Non era gol. I meno giovani fra i maligni ancora ricordano: "Battuti dall'ingiustizia e da una riserva che ha segnato tre gol in una finale mondiale!". I tedeschi ogni volta ci ripensano. Anche quando ritrovano l'Inghilterra nei quarti al mondiale messicano del '70, nel piccolo stadio di Léon. L'Inghilterra sembra un rullo: avanti 2-0 con Mullery e Peters (ancora lui). Ma la Germania ha una caratteristica fondamentale: che non muore mai. E' il suo bello, con chiunque giochi. La Germania c'è sempre. Nel secondo tempo pareggia con Beckenbauer e Seeler. Altri supplementali. La vita è un supplementare. Al 3' del secondo tempo supplementare spunta Müller. Vendetta compiuta. Poi sarebbe arrivata l'Italia. A Italia '90 Inghilterra-Germania è la semifinale. Stavolta i supplementari neppure bastano. Si gioca a Torino, 1-1 nei tempi regolamentari (Brehme e Lineker), Pearce e Waddle sbagliano i rigori. La Germania vincerà il titolo. Un'altra partita da ricordare, inattesa, un 1-5 rifilato dagli inglesi ai tedeschi a Monaco di Baviera nel 2001, qualificazioni mondiali, con tripletta di Owen. I ct: da una parte Rudi Voeller, dall'altra Sven Goran Eriksson.

IL PRESENTE
"Pensi a far battere i rigori", suggeriscono i tabloid a Capello". Pensi a giocarsela bene piuttosto. "Arriva troppo presto", chiosa Beckenbauer. "Un ritrovarsi fra vecchi amici", dice la stampa tedesca. Di sicuro questo mondiale aveva bisogno di un ottavo del genere. Una scossa forte che però comporterà l'alto costo che una della grandi già domenica andrà a casa. Il presente di Inghilterra e Germania, col loro personalissimo vissuto di 40 anni di polemiche, supplementari e grandi giocate, è fatto da squadre concepite in modo quasi diametralmente opposto. Capello ha da gestire un "undici" composto da almeno cinque campioni assoluti seguiti da una discutibile serie di possibili ricambi dei titolari. E Ferdinand ha dovuto tornare a casa. Loew ha un gruppo compatto, senza fenomeni (ma Mesut Ozil è un grande giocatore non soltanto in prospettiva), ma saldo, consapevole, capace di sfruttare quell'organica tendenza nazionale a non mollare mai che è il vanto della Germania del calcio (e non solo). Capello sa che se Rooney si sblocca sono dolori. Ma sono dolori per l'Inghilterra se non lo dovesse fare. Capello sa anche che Lampard non è al massimo della condizione il che però non esclude che possa migliorare, che Barry è un grande saggio soltanto davanti alla difesa ma essendo nato terzino ha scarsa propensione per la costruzione e la finalizzazione del gioco. Gli manca il supporto delle ali piccole perché Wright-Phillips e Lennon si sono rivelati inadatti soprattutto sotto il profilo psicologico. Milner ha giocato un ottimo match contro la Slovenia e Gerrard è l'unico che funziona a pieno ritmo, lavorando pure troppo. Dietro Terry e Carragher (o Upson). Ashley Cole però è un mezzo spettro. Loew invece sprona i suoi come guidasse una classe di ragazzi che rimediano sempre 6,5/7 ai compiti in classe. Hanno perso contro la Serbia, i tedeschi, ma possono recriminare per l'assurda espulsione di Klose. Con Australia e Ghana hanno confermato di essere soggetti nati per esprimere robustezza e rapidità. L'estro di Ozil al servizio di Mueller, Podolski, Klose (o Cacau). Il valore aggiunto è la cerniera di Khedira e Schweinsteiger. La partita la faranno gli inglesi, la Germania aspetterà per innescare Ozil. Ma se il ritmo è basso e se né Rooney né Lampard troveranno la forza interiore per esprimere forza esteriore, Capello rischia di impastarsi là in mezzo, nella palude del centrocampo. E a quel punto dal bosco usciranno i Nibelunghi.

di Enrico Sisti; la Repubblica

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