Nulla di personale, ma quando ho letto di Letta & Letta sottosegretari, zio
e nipote nel toto-ministri come in un fumetto di Paperino, mi sono un po’
stranito. Poi hanno iniziato a girare i nomi di Frattini, di La Russa e di una
giovane promessa, Giuliano Amato, che fu premier appena 18 anni fa. Ma è stato
nel veder rispuntare l’ottantenne Dini al telegiornale che ho avuto un sussulto.
Il governo Monti sarà una cosa seria e dura. Sarà il governo dell’Europa e del
capitalismo possibile: non a caso lo osteggiano coloro che ritengono dannosi sia
l’uno sia l’altra. Ci giochiamo davvero tutto, stavolta, a cominciare dalla
faccia. Ecco perché sarebbe saggio, non solo decente, che a questo giro la
politica scendesse dalla giostra. Limitandosi a votare il governo, ma senza
ambire a farne parte. Ai politici di destra e di sinistra si richiede un gesto
di generosità che sia anche una forma di espiazione per i disastri, i debiti e i
benefici accumulati nei decenni. Un bagno di umiltà da cui potrebbero uscire
rigenerati, recuperando la stima di una comunità che li disprezza e rischia di
trascinare nel disgusto l’idea stessa di democrazia.
Il più grande spettacolo dopo il big bang berlusconiano non può ridursi al solito inciucio. Bisogna volare alto, o almeno sollevarsi da terra, e oggi purtroppo nell’immaginario collettivo la politica rappresenta la zavorra. Prima di versare lacrime e sangue, gli italiani pretendono che a chiederle non siano i soliti noti. Soprattutto pretendono che siano prima i politici a versarne. E un governo con la Casta dentro non potrebbe mai cancellare i suoi privilegi.
Il più grande spettacolo dopo il big bang berlusconiano non può ridursi al solito inciucio. Bisogna volare alto, o almeno sollevarsi da terra, e oggi purtroppo nell’immaginario collettivo la politica rappresenta la zavorra. Prima di versare lacrime e sangue, gli italiani pretendono che a chiederle non siano i soliti noti. Soprattutto pretendono che siano prima i politici a versarne. E un governo con la Casta dentro non potrebbe mai cancellare i suoi privilegi.
di Massimo Gramellini; LA STAMPA
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