Dopo le anticipazioni, in verità abbastanza deludenti, sul testo del decreto che
viene rinviato di settimana in settimana, anche l'ultimo tentativo di convincere
Tremonti a collaborare alla ricerca di misure anti-crisi minimamente
presentabili, e in grado di essere accolte meglio dalle parti sociali, è
naufragato ieri dopo il fallimento di un vertice lampo a Palazzo
Grazioli.
Con Berlusconi e con il ministro dell'Economia c'erano Letta Romani e Matteoli, ma non c'è stato niente da fare. Anche se si moltiplicano, nel frattempo, le prese di posizione di parlamentari del Pdl, che premono su Berlusconi: ieri era il turno degli ex-finiani Ronchi e Urso, contrari a votare un decreto a costo zero, senza fondi per rimettere in moto l'economia. La sensazione è che Tremonti si rifiuti di entrare nel merito perché si ritiene l'unico titolato a mettere le mani sui conti dello Stato, e in questo senso non ha gradito, nè la delega data dal premier a Romani per cercare di coordinare i lavori sul decreto e mettere insieme le proposte dei vari ministri, nè il florilegio delle diverse idee che i membri del governo si sono diligentemente affrettati a tirar fuori, come ad esempio l'ultima, spiegata dal ministro Frattini al Foglio, di stringere i tempi per un accordo con la Svizzera per recuperare i capitali italiani espatriati all'estero. Per Tremonti, che ormai non ha remore a dirlo apertamente in faccia ai suoi colleghi nel corso delle riunioni, queste iniziative sono solo una prova di incompetenza, e pertanto si rifiuta di prenderle in considerazione.
Va detto che, conoscendo il carattere difficile del responsabile dell'Economia, non tutti i ministri si avventurano a fargli conoscere le loro proposte via interviste. Qualche giorno fa, cercando in ogni modo di lisciargli il pelo, il ministro della Difesa La Russa ha invitato Tremonti a colazione e gli ha fatto pressappoco un discorso così: vedi Giulio, tu credi che se esistesse veramente una legge buona per risolvere la crisi economica non la adotterebbero tutti, a cominciare da Obama? Ma poiché non esiste, si tratta di fare un decretino che tamponi la situazione e consenta a Berlusconi di andare in tv a tentare di raddrizzare l'immagine del governo. Giulio, se ci dai una mano, è una cosa che si può fare in due minuti. Risposta di Tremonti, che fino a quel momento aveva ascoltato pensieroso il suo interlocutore: mi spiace, ma se dico di no è perchè ho le mie buone ragioni. La Russa ha ingoiato amaro imprecando silenziosamente.
Con Berlusconi e con il ministro dell'Economia c'erano Letta Romani e Matteoli, ma non c'è stato niente da fare. Anche se si moltiplicano, nel frattempo, le prese di posizione di parlamentari del Pdl, che premono su Berlusconi: ieri era il turno degli ex-finiani Ronchi e Urso, contrari a votare un decreto a costo zero, senza fondi per rimettere in moto l'economia. La sensazione è che Tremonti si rifiuti di entrare nel merito perché si ritiene l'unico titolato a mettere le mani sui conti dello Stato, e in questo senso non ha gradito, nè la delega data dal premier a Romani per cercare di coordinare i lavori sul decreto e mettere insieme le proposte dei vari ministri, nè il florilegio delle diverse idee che i membri del governo si sono diligentemente affrettati a tirar fuori, come ad esempio l'ultima, spiegata dal ministro Frattini al Foglio, di stringere i tempi per un accordo con la Svizzera per recuperare i capitali italiani espatriati all'estero. Per Tremonti, che ormai non ha remore a dirlo apertamente in faccia ai suoi colleghi nel corso delle riunioni, queste iniziative sono solo una prova di incompetenza, e pertanto si rifiuta di prenderle in considerazione.
Va detto che, conoscendo il carattere difficile del responsabile dell'Economia, non tutti i ministri si avventurano a fargli conoscere le loro proposte via interviste. Qualche giorno fa, cercando in ogni modo di lisciargli il pelo, il ministro della Difesa La Russa ha invitato Tremonti a colazione e gli ha fatto pressappoco un discorso così: vedi Giulio, tu credi che se esistesse veramente una legge buona per risolvere la crisi economica non la adotterebbero tutti, a cominciare da Obama? Ma poiché non esiste, si tratta di fare un decretino che tamponi la situazione e consenta a Berlusconi di andare in tv a tentare di raddrizzare l'immagine del governo. Giulio, se ci dai una mano, è una cosa che si può fare in due minuti. Risposta di Tremonti, che fino a quel momento aveva ascoltato pensieroso il suo interlocutore: mi spiace, ma se dico di no è perchè ho le mie buone ragioni. La Russa ha ingoiato amaro imprecando silenziosamente.
di Marcello Sorgi, LA STAMPA
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