L’emergenza economica non dà cenni di miglioramento e sta di nuovo portando al
limite di rottura i rapporti tra il governo e le parti sociali, tornate ieri
alla carica con toni durissimi. Berlusconi non è in grado di fare concessioni e
per la prima volta è costretto ad ammettere che lo stato dei conti non consente
di prevedere alcun intervento a sostegno della ripresa: le misure del decreto
sviluppo, nuovamente rinviato anche questa settimana, non potranno dunque che
essere a costo zero.
Al contrario l’emergenza black-bloc sta invece trasformandosi in un’inaspettata occasione di ripresa per il governo. Non solo perché, pur preoccupando l’opinione pubblica, la distrae dai problemi insolubili della congiuntura. Ma anche perché, come ha spiegato ieri il ministro dell’Interno Maroni al Senato, obbliga il centrodestra a varare una serie di provvedimenti destinati a dividere le opposizioni e farle apparire restìe a condividere la linea dura antiterrorismo. Un alt preventivo alle proposte di Maroni è venuto ieri dalla capogruppo dei senatori Pd Anna Finocchiaro. Ma il ministro, nell’aula di Palazzo Madama, è andato giù duro lo stesso. Al preannunciato inasprimento delle pene e all’estensione della possibilità di arresto anche fuori dalla stretta flagranza di reato, Maroni ha aggiunto l’ipotesi di importare dall’Inghilterra il cosiddetto «Asbo» (antisocial behaviour order, una misura di sicurezza che consente di estendere la carcerazione preventiva contro soggetti pericolosi fino a cinque anni), e il dovere, per gli organizzatori delle manifestazioni, di garantire con mezzi propri gli eventuali danni che potrebbero essere causati nel corso dei cortei. Il ministro non s’è nascosto che si tratterebbe di misure fortemente limitative di diritti previsti dalla Costituzione: ma a mali estremi, ha spiegato, non restano che estremi rimedi.
A parte Di Pietro, che aveva sollecitato il governo a muoversi con l’obiettivo della massima severità, le reazioni del centrosinistra sono caute e tendono ad evitare di entrare nel merito, almeno fino a quando il consiglio dei ministri avrà messo nero su bianco il nuovo pacchetto sicurezza. Al momento le opposizioni sono attestate sulla linea che non sono le leggi a dover cambiare, ma il governo, che manifestamente, a loro giudizio, non è più in grado di affrontare la situazione. Polemiche ha generato anche la decisione di sospendere per un mese le manifestazioni già annunciate a Roma, tra cui uno sciopero della Fiom che doveva svolgersi nei prossimi giorni. È un altro segno che il fronte della sicurezza è destinato ulteriormente ad arroventarsi.
Al contrario l’emergenza black-bloc sta invece trasformandosi in un’inaspettata occasione di ripresa per il governo. Non solo perché, pur preoccupando l’opinione pubblica, la distrae dai problemi insolubili della congiuntura. Ma anche perché, come ha spiegato ieri il ministro dell’Interno Maroni al Senato, obbliga il centrodestra a varare una serie di provvedimenti destinati a dividere le opposizioni e farle apparire restìe a condividere la linea dura antiterrorismo. Un alt preventivo alle proposte di Maroni è venuto ieri dalla capogruppo dei senatori Pd Anna Finocchiaro. Ma il ministro, nell’aula di Palazzo Madama, è andato giù duro lo stesso. Al preannunciato inasprimento delle pene e all’estensione della possibilità di arresto anche fuori dalla stretta flagranza di reato, Maroni ha aggiunto l’ipotesi di importare dall’Inghilterra il cosiddetto «Asbo» (antisocial behaviour order, una misura di sicurezza che consente di estendere la carcerazione preventiva contro soggetti pericolosi fino a cinque anni), e il dovere, per gli organizzatori delle manifestazioni, di garantire con mezzi propri gli eventuali danni che potrebbero essere causati nel corso dei cortei. Il ministro non s’è nascosto che si tratterebbe di misure fortemente limitative di diritti previsti dalla Costituzione: ma a mali estremi, ha spiegato, non restano che estremi rimedi.
A parte Di Pietro, che aveva sollecitato il governo a muoversi con l’obiettivo della massima severità, le reazioni del centrosinistra sono caute e tendono ad evitare di entrare nel merito, almeno fino a quando il consiglio dei ministri avrà messo nero su bianco il nuovo pacchetto sicurezza. Al momento le opposizioni sono attestate sulla linea che non sono le leggi a dover cambiare, ma il governo, che manifestamente, a loro giudizio, non è più in grado di affrontare la situazione. Polemiche ha generato anche la decisione di sospendere per un mese le manifestazioni già annunciate a Roma, tra cui uno sciopero della Fiom che doveva svolgersi nei prossimi giorni. È un altro segno che il fronte della sicurezza è destinato ulteriormente ad arroventarsi.
di Marcello Sorgi; LA STAMPA
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